Vigneti
Api
Territorio
L’Ecomuseo delle Rocche del Roero crea una serie di infrastrutture indispensabili per valorizzare al meglio le bellezze del territorio.
Negli anni sono stati realizzati una serie di percorsi e sentieri che raccontano le peculiarità più interessanti.
L’Ecomuseo delle Rocche del Roero riunisce in un unico museo a cielo aperto gli otto comuni di sommità sorti dopo l’anno mille sulla faglia delle Rocche, fenomeno geologico di erosione che caratterizza la porzione centrale del Roero.
La nostra struttura si trova proprio su uno dei sentieri dell’ecomuseo.
www.ecomuseodellerocche.it
Alcune immagini del nostro territorio: il Roero magico e da scoprire
Bric San Bartolomeo
La località prende il nome dal pilone votivo dedicato a San Bartolomeo posto alla sommità del bricco fra il San Nicolao, la valle Bossola , le rocche di Morinaldo, e il bric Torniola.
Il nome della località “San Bartolomeo” compare, dalle ricerche negli archivi nel 1491, quando è citata la “via Sancti Bartholomei” come l’unica strada consentita ai Canalesi per raggiungere i loro possedimenti in territorio di Montà.
A quel tempo detta via doveva essere molto frequentata dai Montatesi per discendere dalle fini superiori della Montà verso la conca di Canale , dove potevano controllare agevolmente i Canalesi o Canalini che non commettessero ruberie, ancora oggi infatti tale via è facilmente controllabile e ben visibile da Morinaldo, località antistante che invece è indicata in documenti molto antichi. (un certo Iohannes Montisrajnaldi è testimone in un atto di vendita del 2 maggio 1167) e in un successivo atto del 24 gennaio 1279 del “Codex Astensis” e del libro verde della Chiesa di Asti, vi è la certezza che “Montisrajnaldi sive Montate fangi” si tratta appunto della località Montatese.
Il nome San Bartolomeo non è citato negli Statuti Comunali del 1501, e nelle nove square del 1644 la zona è descritta al n. 48 come “in labozola ossia al pè di Bruno “ e al n. 47 “ a San Nicolao” vi è scritto semplicemente dalla via che da san Bart. che va verso Canale.
Nei vecchi catasti il nome della località è però più volte citato sia per la presenza di vigneti, sia per boschi; in particolare fra i beni di proprietà della Parrocchia di Montà sotto il titolo di S.Antonio, è citato un gerbo e bosco in San Bartolomeo confinante con Tomaso Aloj fu Giacomo a due canti e la “via comune”.
La dedicazione a San Bartolomeo si diffuse nelle nostre zone fra il IX e il X secolo compresa nel ciclo santoriale ambrosiano. A quell’epoca Montà non esisteva ancora, mentre erano presenti sul nostro territorio numerosi piccoli insediamenti abitati di cui il principale era Anterisio o Interisio con altri: Tuerdo,Desaia,Turriglie,Belvedere,Morinaldo e certamente tutti dovevano avere una loro chiesetta o cappella votiva ma poiché dette località alla metà del XIII secolo vennero distrutte e formarono poi il primo nucleo di Montà anche l’uso di dette chiese cessò e restarono solo più dei semplici piloni votivi, mentre alcuni nuclei antichi continuarono a tenere nella Chiesa principale dei loro altari laterali . Probabilmente la stessa cosa è avvenuta per il San Bartolomeo, ma ciò finora non è confermato, come si ripete da fonti certe e documentali.
Da osservazioni sul posto, il pilone di San Bartolomeo, contiene inglobati nel suo basamento e fondazione dei frammenti di cotto molto antichi e data la sua posizione molto alta panoramica adiacente ad antica via molto frequentata, viene subito da pensare sia (al culto pagano dei luoghi alti), sia alla antica località “Beluideris o pulchro videre o belriguardo”, sia ad un antico monastero isolato, e che il sito sia molto antico lo dimostra la presenza dei numerosi resti ossei trovati durante lo scasso per l’impianto del pescheto negli anni 50-60 proprio attorno al detto pilone.
Per gentile concessione dello studio tecnico Geom. Valsania Antonio